COVID: l'anticoagulante Enoxaparina 80 mg. in fase precoce, migliora le condizioni cliniche e riduce i giorni di ricovero


L’impiego rapido di Enoxaparina ( Clexane ) a una dose intermedia può ridurre la durata dell’ospedalizzazione da COVID di oltre il 20% rispetto alla dose di profilassi, migliorando i sintomi in più del 65% dei casi.
Questi sono i risultati preliminari dello studio INHIXACOVID19.

L'obiettivo è stato quello di valutare la sicurezza e l'efficacia della Enoxaparina nel migliorare il decorso della malattia.
Sono stati coinvolti 13 Centri italiani, che hanno arruolato oltre 300 pazienti con malattia in stadio moderato-grave.
Tutti hanno ricevuto l'Enoxaparina per via sottocutanea, in monosomministrazione giornaliera: un gruppo di 203 con dose di profilassi, pari a 40 mg, e un gruppo di 101 con dosi intermedie di 60, 80 o 100 mg, in base al peso corporeo.

Le alterazioni della coagulazione e la trombosi hanno un ruolo significativo nell’infezione da COVID-19 e costituiscono una delle più importanti variabili associate alla mortalità, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ), a gennaio 2020, aveva raccomandato di prevenire il tromboembolismo venoso nei pazienti con infezione da virus SARS-CoV-2 somministrando Eparina, preferibilmente a basso peso molecolare.

I motivi che hanno indotto ad impiegare Enoxaparina nel COVID-19 sono principalmente la sua azione anticoagulante e l’azione antinfiammatoria e di protezione dell’endotelio.

Nel corso della pandemia erano state pubblicate molte indagini cliniche sull’impiego di questo anticoagulante contro l'infezione da SARS-CoV-2 ma quasi tutte si erano concentrate su pazienti critici, ricoverati in Unità di terapia intensiva, evidenziando come nella fase avanzata della malattia la dose profilattica non ne cambiasse il decorso.

Lo studio INHIXACOVID19 è stato, invece, condotto su persone ricoverate in uno stadio precoce, moderato-grave, quando la complicanza trombotica non si è ancora sviluppata in modo manifesto, e ha utilizzato una dose maggiore di Enoxaparina, in gran parte dei casi pari a 80 mg, confrontandola con la dose di profilassi raccomandata dall’OMS.

I dati emersi dal trial sono stati incoraggianti, in particolare riguardo al decorso clinico della patologia e la durata del ricovero.
Tra la visita 1 e la visita 3 al 14° giorno, è risultato rilevante il numero di pazienti che hanno migliorato le proprie condizioni, passando a uno stadio più lieve della malattia: 65.3% nel gruppo interventistico, contro il 52.2% del gruppo con dose di profilassi.
Le persone trattate con Enoxaparina a dose intermedia hanno anche presentato una riduzione statisticamente significativa della durata del ricovero: 8-16 giorni, contro 11-22 giorni nel gruppo controllo.
Inoltre, l’aumento della dose di Enoxaparina è risultato sicuro: nel gruppo interventistico si è avuto un solo evento di sanguinamento maggiore, che non ha comportato danni per il paziente. ( Xagena_2021 )

Fonte: XX Congresso SIMIT, 2021

Xagena_Medicina_2021